Da fabbrica di fiammiferi a condominio di lusso
A Londra è molto comune trovare appartamenti inseriti all’interno di conversion, cioè ristrutturazioni di edifici storici che prima avevano una differente funzione, come ex magazzini portuali lungo il Tamigi, fabbriche e centrali elettriche (sì, sto pensando alla Battersea Power Station). L’aspetto più interessante di queste case è che non solo sono generalmente molto belle da vedere, perché uniscono architetture industriali antiche a design contemporaneo, ma hanno anche alle spalle delle storie molto affascinanti.
Oggi vi voglio raccontare quella del complesso noto come Bow Quarter, in Fairfield Road, East London. La cornice degli attuali eleganti appartamenti è una fabbrica vittoriana di fiammiferi, la Bryant and May, attiva dal 1861 al 1979.
La fabbrica impiegava solo donne, circa 1.200 nell’Ottocento. Il loro lavoro era immergere i bastoncini di legno che arrivavano alla fabbrica attraverso il vicino Regents Canal in un composto il cui ingrediente principale era il fosforo bianco, e poi inscatolarli.
Stare a contatto con il fosforo bianco per periodi prolungati provoca problemi di salute. Il più eclatante è un’orribile deformazione delle mascelle. Alle richieste di spiegazioni da parte delle lavoratrici, l’impresa rispose sottoponendo un documento da firmare in cui si negava la responsabilità da parte della proprietà. Questa fu letteralmente la miccia (o forse il fiammifero) che scatenò l’incendio: nel 1880 le lavoratrici della Bryant and May, guidate da Annie Besant, si ribellarono e scioperarono ripetutamente fino ad ottenere la garanzia di migliorare condizioni di lavoro.
La fabbrica chiuse per diversi anni per poi riaprire nel 1911 con nuove modalità produttive (nel frattempo il fosforo bianco era stato bandito per legge) e arrivando a impiegare 2.000 donne. Durante il periodo in cui la Bryant e May fu chiusa, le operaie andarono a lavorare nella fabbrica di fiammiferi aperta nella stessa zona dal Salvation Army, che usava il fosforo rosso, meno pericoloso di quello bianco.
Il rischio che si assunsero queste donne pur di difendere le proprie condizioni di lavoro fu immane: il pericolo di finire letteralmente per la strada era più che probabile. Eppure, nonostante tutto, esse capirono che i diritti non sono negoziabili e sfidarono chi cercava di calpestarli. La loro protesta è un capitolo fondamentale nella storia sindacale e dei diritti delle donne. Non resta che sperare che chi ha oggi la fortuna di potersi permettere un appartamento al Bow Quarter conosca questa vicenda e ne difenda il significato con i comportamenti quotidiani.